Il Web Marketing Festival e lo stato del turismo della riviera romagnola

La partecipazione di Caterweb al Web Marketing Festival 2017 mi ha portato ad una breve e personale riflessione su quanto potenzialmente la Riviera Romagnola possa ancora offrire e come invece ho percepito, da turista del weekend, quella che un tempo era meta privilegiata dei turisti da tutta Europa.

Il Web Marketing Festival 2017 è cresciuto tantissimo, sempre più ricco di argomenti, di speakers, di contenuti e ovviamente di partecipanti: pare che gli iscritti fossero circa 6000 (anche se è noto che molti non partecipano potendo in seguito fruire delle riprese video di tutti gli interventi) e forse si è arrivati al limite fisico di partecipanti rispetto alla pur ampia location (Palacongressi Rimini).
Troppo caos quindi in alcune situazioni, impossibilità di partecipare ad alcuni seminari in quanto le sale erano già al limite della capienza, orari spesso non rispettati (clamoroso il ritardo con cui si è dato il via alla manifestazione venerdì mattina) e quindi qualche difficoltà nell'organizzare le giornate.
Nel complesso, però, non si può che ribadire la validità di quello che ad oggi è il più importante evento del settore in Italia: dal 2018 le giornate diverranno 3, e fremo già dalla curiosità di conoscere come saranno impostati gli eventi.

La "nostra" Riviera si dimostra quindi, ancora una volta, capace di ospitare eventi di livello nazionale che si affiancano alla tradizionale vocazione turistica: un tipo di indotto sicuramente da sostenere e rafforzare, specialmente in un momento storico che vede la crisi del modello turistico romagnolo così come l'abbiamo conosciuto fino a qualche anno fa (spiaggia di giorno, divertimento serale, locali, discoteche ecc), ora poco attrattivo e che rimane, salvo rare eccezioni, una meta "in mancanza di alternative" e non un "must".
Certo, la festa in spiaggia nell'ambito del WMF è stata bella e coinvolgente, e sicuramente iniziative analoghe in altri stabilimenti balneari sono motivo di attrazione per un target giovane, ma è tutto lasciato all'iniziativa del privato, apparentemente senza una vera strategia di marketing turistico da parte di chi dovrebbe "tenere il timone".

Andando più nel particolare, devo ammettere che la mia esperienza nella struttura alberghiera in cui ho soggiornato non è soddisfacente (da romagnolo non mi era mai successo di pernottare in hotel in riviera): letteralmente ferma agli anni '60 e quasi fatiscente, giovane titolare forse improvvisato e impreparato nell'accoglienza, servizio approssimativo. Sarò stato sfortunato ma l'impressione - passeggiando nelle frazioni parallele al mare tra Rimini e Riccione - è che vi siano molte realtà alberghiere ferme a decenni fa, non adeguate, nelle strutture e nei servizi, ad un pubblico internazionale che ha determinate esigenze pur a budget limitati; non è un caso il crescente successo di mete come Spagna o Croazia e il progressivo abbandono da parte dei turisti stranieri che non vedono più la riviera romagnola come punto di riferimento per le proprie vacanze.

Il tabaccaio che mi ha venduto i biglietti dell'autobus urbano, infine, è evidentemente già stressato ora, all'inizio della stagione turistica: non lo sto facendo diventare ricco, questo è certo, ma la cortesia e magari un sorriso non costano nulla e ti predispongono per il meglio. Far capire a certe categorie di commercianti che il turista è una risorsa e non una seccatura da liquidare velocemente sarebbe già un passo avanti per rilanciare una riviera in evidente crisi (quantomeno di idee).

Quando sento parlare di rilancio del turismo, di marketing turistico (e ultimamente in Romagna se ne parla parecchio) penso che prima ancora di sviluppare progetti per attrarre nuovi turisti sia necessario creare una nuova cultura del turismo e dell'ospitalità, fatta di strutture adeguate, aggiornate e di imprenditori preparati.
Quello che, ad onor del vero, sta succedendo nell'entroterra romagnolo: turismo fatto non di grandi numeri ma di qualità, di agriturismi, bed&breakfast, percorsi nella natura, cortesia, cibo e cultura.
La riviera non deve andare troppo lontano se vuole trovare alcuni spunti per rilanciarsi.

[Edit] Ho ricevuto alcune critiche riguardo ai miei giudizi - troppo tranchant - sullo stato del turismo romagnolo. I numeri parrebbero dire altre cose, incoming in aumento, rilancio delle presenze, ecc.
Ribadisco che si tratta di impressioni personali, date da un vissuto - seppur breve - e dall'osservazione di ciò che mi circondava. Una realtà tutto sommato intristita, dove non ti viene voglia di passare le vacanze.
Se poi i fatti sono altri e i numeri premiano la riviera non posso che rallegrarmene e cospargermi il capo di cenere.